Il
vento era solo un giocherellone che non svolgeva il suo dovere, come al
contrario faceva la luna che illuminava durante la notte.
Il
sole, che era a capo di tutto e di tutti, continuava ad aspettare con pazienza,
senza intervenire, che il vento cambiasse il suo carattere, prima di punirlo in
qualche modo.

Un
giorno, il vento, però, esagerò.
Continuava
a fare dispetti agli uccelli: in pratica uno stormo volava in una direzione e lui lo
spingeva nell’altra.
Oppure
faceva volare via i cappelli ai poveri anziani di un ospizio in città.
Il
sole, allora, si fece oscurare dalle nuvole e andò dal vento.
Il
vento si accorse immediatamente di lui, del capo assoluto, e allora decise di
fargli uno scherzo: il vento decise di cambiare la direzione in cui andavano
alcuni uccelli e decise di farli andare contro il sole che attaccato dallo
stormo ne rimase accecato e il vento iniziò a scappare in giro.
Il
sole ormai aveva preso la sua decisione: tolse ogni potere al vento e lo chiuse
in prigione.
Chiamò
così le sue guardie che presero e portarono via il vento.
Il
vento non soffiò per anni e anni.
In
estate la gente in città e nelle campagne soffriva il caldo e quasi moriva
perché mancava la brezza rinfrescante.
Allora il sole decise che era l’ora di
liberarlo, dopo almeno 10 anni di carcere. Il vento era ormai diventato adulto
e non era più un ragazzino dispettoso come una volta.
Ora
aveva capito quello che doveva fare, aveva capito il suo compito nella natura,
il ruolo che doveva svolgere per gli uomini della città e delle campagne.
Il
vento, per la felicità di tutti, ricomincio a soffiare con più o meno forza a
seconda delle stagioni.
Ogni
tanto tornava in prigione e questo spiega perché a volte il vento non si sente
soffiare.
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