giovedì 4 giugno 2020

Martina Nattelli - LETTERATURA: GIOVANNI VERGA-VERISMO E NATURALISMO


LETTERATURA

GIOVANNI VERGA-VERISMO E NATURALISMO
Ho scelto di presentare il Verismo e il Naturalismo, con Giovanni Verga, perché in questo periodo crebbe la fiducia nella scienza e  fu molto importante ed ebbe grande rilievo la teoria evoluzionista dello scienziato inglese Charles Darwin.
Nella seconda metà dell'Ottocento  la fiducia nel progresso umano portò delle conseguenze in ambito sociale: ci fu un notevole incremento della popolazione, la borghesia assunse un atteggiamento autoritario e conservatore e infine nacque una nuova classe sociale, il proletariato, rivendicando una maggiore giustizia sociale. 
Nello stesso periodo, alla fine dell'Ottocento, si diffuse il Positivismo. Questa nuova corrente di pensiero si collegava ad alcuni aspetti dell'Illuminismo (la fiducia nella scienza e nella tecnica) grazie alle quali ci fu un costante progresso sociale,economico e culturale.
La diffusione del Positivismo fu accompagnato anche da alcune importanti scoperte in ambito scientifico.
Il pensiero positivista influenzò anche la letteratura, il compito degli scienziati era rappresentare la realtà delle classi sociali in modo scientifico.
Nacque così una nuova scuola letteraria in Francia: il Naturalismo.
Il Naturalismo francese influenzò molto il Verismo, che sorse in Italia intorno al 1880. E le principali caratteristiche erano rappresentare oggettivamente le reali condizioni di vita. Uno dei più importanti scrittori che aderì al verismo fu proprio Giovanni Verga.


Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 da famiglia di proprietari terrieri. 
Nel 1861 interruppe gli studi per dedicarsi all'attività letteraria e al giornalismo politico.
Nel 1869 si trasferì a Firenze.
Nel 1872 Verga si trasferì a Milano;  qui frequentò i salotti letterali e conobbe artisti e scrittori.

A Milano Verga maturò la sua adesione al Verismo.
Da quel momento l'interesse di Verga fu concentrato sull'esistenza dei poveri della Sicilia, cui dedicò novelle, raccolte nei volumi Vita dei campi (1880) e Novelle rusticane (1883) e due romanzi. 
Nel 1893 fece ritorno a Catania, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1922.

Verga progettò una serie di romanzi che chiamò il “ciclo dei vinti”. La sua intenzione era quella di rappresentare le lotte e le sofferenze. 

L'OSTRICA
A letteratura ho deciso di collegarci l'ostrica perché Verga è famoso proprio per quella che lui chiama “ideale dell'ostrica”.
L'ideale dell'ostrica è una delle concezioni più importanti all'interno della poesie di Giovanni Verga.
Questo concetto viene teorizzato ed esposto per la prima volta dallo stesso autore nella novella Fantasticheria. Si tratta in realtà di una metafora: infatti l'autore dice che le persone umili e povere sono come le ostriche. Vivono, tra tante difficoltà, mantenendosi attaccate allo scoglio e resistendo alle tempeste.
Quando una di esse, per curiosità o per desiderio di migliorare la propria condizione, si stacca dallo scoglio, finisce per essere inghiottita dalle acque e morire. E' una visione molto pessimista naturalmente: vuol dire che nessuno può sperare di migliorare la propria condizione di vita, e che se ci si prova, è destinato al fallimento. 

Una famosa frase di verga è: ”- INSOMMA L'IDEALE DELL'OSTRICA DIRETE VOI.- PROPRIO L'IDEALE DELL'OSTRICA! E NOI NON ABBIAMO ALTRO MOTIVO DI TROVARLO RIDICOLO CHE QUELLO DI NON ESSERE NATI OSTRICHE ANCHE NOI”

L'ostrica è un genere di molluschi bivalvi dalla conchiglia tondeggiante. E' molto apprezzata nella cucina mediterranea e alcune di esse producono delle perle.
Numerosi scavi archeologici hanno dimostrato che l'ostrica è anche uno dei primi alimenti consumati dalla specie umana.
Si pensa che il primo popolo della storia ad avviare l'ostricoltura sia quello cinese, ma così come allora, ed anche oggi la Francia resta una delle principali produttrici mondiali di ostriche per uso alimentare.


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