La Madonna col Bambino e angeli detta Lippina è un'opera
tempera su tavola di Filippo Lippi, databile al 1465 circa e conservata agli
Uffizi di Firenze. Sul verso riporta lo schizzo a pennello di un busto
femminile. Si tratta probabilmente del più noto dipinto di Fra Filippo, molto
ammirato e punto di riferimento per tutte le Madonne col bambino successive,
soprattutto quelle di Sandro Botticelli. Il dipinto è importante anche perché è
considerato una delle rare opere interamente autografe del maestro, senza
interventi della bottega.
Le circostanze della committenza e la datazione dell'opera
sono sconosciute, a causa della mancanza di documenti contemporanei. Il
ritratto tradizionalmente riferito a Lucrezia Buti nel volto della Madonna
farebbe pensare a un'opera del periodo pratese (1452-1466), mentre le
dimensioni insolite hanno fatto ipotizzare che si trattasse di una celebrazione
per un'occasione privata e personale dell'artista, come la nascita del figlio
Filippino (1457), anche se la tradizione indica un ritratto del fanciullo nel
bambino o, più probabilmente, nell'angelo che si volta in primo piano,
spostando la possibile data al 1465 circa, in concordanza anche con l'analisi
stilistica.
Un'iscrizione settecentesca sul retro della tavola
testimonia la presenza del dipinto, a quell'epoca, nella villa di Poggio
Imperiale, di proprietà dei Medici. Il 13 maggio 1796 è registrata in ingresso
nelle Galleria Granducali, nucleo originario degli Uffizi.
La composizione e l'uso del colore della Lippina sono
estremamente innovativi e in anticipo sui tempi.
In primo piano si trova la Madonna, nelle cui fattezze si
celerebbe un ritratto della monaca e amante di Filippo, Lucrezia Buti. Il volto
è malinconico ed è atteggiata nella posizione dell'adorazione del figlio, quasi
a voler scongiurare, con la preghiera, il destino della Passione. Essa è seduta
su una seggiola e posta tre quarti, mentre la testa è di profilo.
Anche il vestito, con
pieghe cadenzate ed eleganti e con giochi della luce che restituiscono la
consistenza del velluto blu, è di estrema eleganza e trattiene istintivamente
l'osservatore a una visione più dettagliata della figura sacra.
Straordinario è l'innovativo uso del colore: invece delle
tinte tradizionale il pittore usò un'illuminazione chiara e tersa, con un
effetto di unità atmosferica che soltanto Leonardo, decenni dopo, seppe
riprendere. L'effetto naturalistico dell'insieme sorprese i contemporanei, che
cercarono di replicare gli effetti senza riuscirci appieno.
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IL DISEGNO PREPARATORIO |
Fonte wikipedia
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