STORIA
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
A storia ho deciso di portare la seconda rivoluzione industriale
perché la mia tesina è concentrata sul periodo dell'evoluzione e la seconda
rivoluzione industriale portò molti cambiamenti nella storia e furono
introdotte nuove tecnologie.
Il fenomeno dell'industrializzazione portò importanti
mutamenti nella società e nella cultura.
Si formò anche una nuova classe sociale; la classe operaia.
Il lavoro dell'uomo fu sostituito da quello delle macchine e
grazie a questo le produzioni aumentarono, mentre però diminuiva il costo dei
beni. Tutte le lavorazioni venivano organizzate in base ai tempi e ai ritmi di
lavoro. Nacquero così le prime FABBRICHE.
Molti contadini abbandonarono le campagne proprio per andare
a lavorare in fabbrica e di questo ne approfittarono le prime industrie, che
offrivano salari bassi e condizioni di lavoro assai dure.
La classe sociale dei lavoratori nelle fabbriche era era chiamata
proletariato e loro venivano chiamati proletari.
Ovviamente pr costruire le fabbriche, per acquistare i
macchinare e le materie prime e anche per pagare gli operai, servivano molti
soldi. Servivano "capitali". L'imprenditore era quello
che si assumeva il rischio di tale investimento.
Questo sistemo economico fu chiamato "capitalismo"
e l'imprenditore poteva anche farsi prestare i capitali così da investire l'impresa.
Cominciò così a diffondersi il processo
dell'industrializzazione. Grazie ai giacimenti di carbone il Belgio e le
regioni settentrionali della Francia ebbero un processo di industrializzazione
già nel primo Ottocento.
L'Italia purtroppo conobbe un certo ritardo per due motivi,
sia perché era sfavorita geograficamente ma anche perché era sfavorita
economicamente. E anche perché l'Italia non disponeva di risorse minerarie e il
territorio rendeva difficili le comunicazioni.
Gli storici quindi chiamano, questa nuova fase di sviluppo,
"seconda rivoluzione industriale".
Essa si diffuse in tutto il continente europeo e le numero
scoperte e innovazioni tecnologiche permisero un'industrializzazione più
agevole negli Stati che erano sprovvisti di risorse minerarie.
IL LAVORO NELLE FABBRICHE
La classe operai svolgeva nelle fabbriche un lavoro
monotono.
Le condizioni di vita erano durissime e frequente era anche
lo sfruttamento del lavoro minorile. Secondo la teoria liberista il lavoratore
doveva essere libero, è ovvio però che erano in condizioni di inferiorità.
Inoltre gli imprenditore avevano anche tutto l'interesse a
pagare il meno possibile gli operai, quindi mantenendo il basso costo del
lavoro potevano avere anche maggiori profitti.
Tutti i problemi costituiti dalle difficili condizioni di
vita delle classi povere era chiamato la "questione sociale". Infatti
la classe povera era costituita soprattutto da braccianti e contadini e i
latifondi venivano male sfruttati.
Sorsero così le prime organizzazioni operaie, che presero
poi il nome di sindacati. E questi chiedevano solo salari un po' più alti, un
miglioramento della sicurezza nelle fabbriche e orari di lavoro meno pesanti.
CAVALLO
A storia ho scelto di collegarci il cavallo perché nella
seconda rivoluzione industriale, nei primi del Novecento, vennero inventato le
macchine.
Uno dei primi modelli fu la T Ford e a quei tempi decisero
che la potenza del motore veniva espressa in cavalli vapore. (HP-HORSE
POWER).
La potenza di un Cavallo Vapore non è assolutamente uguale a
quella generata da un cavallo reale.
I cavalli selvaggi sono discendenti liberi di cavalli già
vissuti nelle mani dell'uomo. Questi cavalli vivono in piccoli gruppi guidati
da una femmina alfa e composti da altre femmine, puledri ed uno stallone
riproduttivo.
Spesso più gruppi messi insieme vanno a formare una
popolazione. I maschi giovani però escono dal gruppo e vanno a cercare una loro
collocazione come maschi riproduttori in altre bande.
La maggior parte dei cavalli selvaggi possono essere addomesticati
se catturati da giovani.
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