giovedì 4 giugno 2020

Martina Nattelli: STORIA: SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

STORIA
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

A storia ho deciso di portare la seconda rivoluzione industriale perché la mia tesina è concentrata sul periodo dell'evoluzione e la seconda rivoluzione industriale portò molti cambiamenti nella storia e furono introdotte nuove tecnologie.
Il fenomeno dell'industrializzazione portò importanti mutamenti nella società e nella cultura. 
Si formò anche una nuova classe sociale; la classe operaia.
Il lavoro dell'uomo fu sostituito da quello delle macchine e grazie a questo le produzioni aumentarono, mentre però diminuiva il costo dei beni. Tutte le lavorazioni venivano organizzate in base ai tempi e ai ritmi di lavoro. Nacquero così le prime FABBRICHE. 
Molti contadini abbandonarono le campagne proprio per andare a lavorare in fabbrica e di questo ne approfittarono le prime industrie, che offrivano salari bassi e condizioni di lavoro assai dure.
La classe sociale dei lavoratori nelle fabbriche era era chiamata proletariato e loro venivano chiamati proletari.
Ovviamente pr costruire le fabbriche, per acquistare i macchinare e le materie prime e anche per pagare gli operai, servivano molti soldi. Servivano "capitali".  L'imprenditore era  quello che si assumeva il rischio di tale investimento.
Questo sistemo economico fu chiamato "capitalismo" e l'imprenditore poteva anche farsi prestare i capitali così da investire l'impresa.
Cominciò così a diffondersi il processo dell'industrializzazione. Grazie ai giacimenti di carbone il Belgio e le regioni settentrionali della Francia ebbero un processo di industrializzazione già nel primo Ottocento.
L'Italia purtroppo conobbe un certo ritardo per due motivi, sia perché era sfavorita geograficamente ma anche perché era sfavorita economicamente. E anche perché l'Italia non disponeva di risorse minerarie e il territorio rendeva difficili le comunicazioni.
Gli storici quindi chiamano, questa nuova fase di sviluppo, "seconda rivoluzione industriale".
Essa si diffuse in tutto il continente europeo e le numero scoperte e innovazioni tecnologiche permisero un'industrializzazione più agevole negli Stati che erano sprovvisti di risorse minerarie.

IL LAVORO NELLE FABBRICHE
La classe operai svolgeva nelle fabbriche un lavoro monotono.
Le condizioni di vita erano durissime e frequente era anche lo sfruttamento del lavoro minorile. Secondo la teoria liberista il lavoratore doveva essere libero, è ovvio però che erano in condizioni di inferiorità.
Inoltre gli imprenditore avevano anche tutto l'interesse a pagare il meno possibile gli operai, quindi mantenendo il basso costo  del lavoro potevano avere anche maggiori profitti.
Tutti i problemi costituiti dalle difficili condizioni di vita delle classi povere era chiamato la "questione sociale". Infatti la classe povera era costituita soprattutto da braccianti e contadini e i latifondi venivano male sfruttati.
Sorsero così le prime organizzazioni operaie, che presero poi il nome di sindacati. E questi chiedevano solo salari un po' più alti, un miglioramento della sicurezza nelle fabbriche e orari di lavoro meno pesanti.

CAVALLO
A storia ho scelto di collegarci il cavallo perché nella seconda rivoluzione industriale, nei primi del Novecento, vennero inventato le macchine.
Uno dei primi modelli fu la T Ford e a quei tempi decisero che la potenza del motore  veniva espressa in cavalli vapore. (HP-HORSE POWER).
La potenza di un Cavallo Vapore non è assolutamente uguale a quella generata da un cavallo reale.
I cavalli selvaggi sono discendenti liberi di cavalli già vissuti nelle mani dell'uomo. Questi cavalli vivono in piccoli gruppi guidati da una femmina alfa e composti da altre femmine, puledri ed uno stallone riproduttivo.
Spesso più gruppi messi insieme vanno a formare una popolazione. I maschi giovani però escono dal gruppo e vanno a cercare una loro collocazione come maschi riproduttori in altre bande.
La maggior parte dei cavalli selvaggi possono essere addomesticati se catturati  da giovani.

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